Viva la sobrietà. E avanti con la concretezza
12/02/2013 di Alberto Saravalle.

L’inaspettata, e sorprendente, notizia delle dimissioni di Papa Benedetto XVI ha com’è giusto monopolizzato l’attenzione dei media di tutto il mondo, e ha messo in sordina (o quanto meno ha relegato in secondo piano, almeno per qualche giorno) la brutta campagna elettorale che stiamo vivendo. I palinsesti radiotelevisivi sono stati rivoluzionati in un battibaleno e anche la trasmissione alla quale avrei dovuto partecipare stamane (“L’aria che tira” con Myrta Merlino su La7) ha modificato i propri contenuti, aprendo lo studio a uno stuolo di vaticanisti.

Non voglio certo soffermarmi in questa sede sulla coraggiosa decisione del Pontefice. Mi sembra, invece, interessante riprendere alcuni spunti apparsi sui giornali odierni, e riguardanti l’impatto che la notizia potrebbe avere sulla campagna elettorale in corso. Secondo Repubblica, il blackout imposto dalle dimissioni di Ratzinger penalizza la rincorsa di Berlusconi, che avrebbe bisogno di maggiori spazi televisivi per persuadere l’elettorato ancora indeciso. Anche Grillo, che sta conducendo una campagna con toni urlati, risulterebbe danneggiato dalla necessaria sobrietà del momento. Non so quanto queste ipotesi siano fondate, ma certamente sottolineano l’importanza della televisione, e soprattutto dei programmi più “urlati”: quelli dove ciò che conta lo slogan è che resta.

In queste settimane mi sono reso conto, per esperienza diretta, di quanto poco contino i ragionamenti nei dibattiti televisivi.
Ieri, per esempio, ho partecipato su Telelombardia a una trasmissione  alla quale gli spettatori potevano intervenire con domande in diretta. In linea di principio, sarebbe stato interessante interagire con persone che esponevano problemi e doglianze reali. Quasi sempre, pero’, questi spunti sono stati utilizzati per imbastire monologhi sui temi più cari a ciascun candidato, e magari per attaccare gli oppositori politici.

In sostanza, succede che i problemi reali vengono ridotti a pretesto per mettere in scena discorsi più elementari: è questo a rendere, troppo spesso, brutta la campagna elettorale che tutti stiamo vivendo.
Oggi invece sono stato intervistato da La7 (l’intervista andrà in onda nel corso dei telegiornali di sabato e domenica). Pur trattandosi di pillole su temi di attualità, è stato più facile svolgere un breve ragionamento. Mi domando, pero’, quale spazio d’attenzione residuale rimanga nelle persone sottoposte al bombardamento mediatico di questo periodo.

Se dunque oggi la presenza in televisione rischia di tradursi in occupazione dell’etere per raccontare qualcosa ad effetto, ben venga la sobrietà. Certo, per noi che siamo stati a lungo ignorati dai principali media, è importante comunicare attraverso la televisione perché ci consente di raggiungere grandi numeri di persone. Noi però parliamo di contenuti, di programmi, di numeri. Una maggiore sobrietà nella conduzione della campagna non può che giovarci. Non a caso abbiamo molto successo sul web dove il lettore – che può interagire – è molto più attento al contenuto.

Benché i media continuino a parlare di spostamenti di punti percentuali dell’elettorato sulla base di frasi ad effetto, foto con animali, promesse a cui nessuno crede, io penso che gli italiani siano più saggi di quanto si voglia credere. Il grande numero di indecisi a soli dieci giorni dal voto ne è la riprova: il trenta per cento degli italiani ha già  capito quanto valgano certe promesse elettorali ed è in dubbio tra il non voto, i partiti di protesta e un movimento, come il nostro, di vero rinnovamento. Per questo sono convinto che il 25 febbraio vedremo delle belle sorprese, ma dobbiamo continuare a parlare con le persone e a farlo nel nostro modo: con affidabilità e concretezza.

Prossimi appuntamenti

The European Business Code Project, Europa experience-Davide Sassoli, Piazza Venezia 6, Roma, 29 settembre 2023

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