Lo dice la definizione stessa: gli “impresentabili” non si devono presentare. Eppure se ne è discusso e cavillato fino all’ultimo cercando scappatoie. Questo è uno dei paradossi della politica italiana, che appare così fragile perché non riesce a darsi un forte fondamento etico.
Non è un problema di garantismo: ragioni di opportunità e di decenza sconsigliano queste candidature. Invece abbiamo addirittura dovuto fare una legge per dire che chi ha ricevuto certe condanne “definitive” non può candidarsi.
Cesare ripudia Pompea accusata di infedeltà, e lo fa anche se è convinto della sua innocenza, perché “la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto”. Succedeva nel I° secolo avanti Cristo. Bei tempi…
Gli impresentabili, la decenza e la moglie di Cesare
22/01/2013 di Alberto Saravalle. |