Il “Porcellum” e l’importanza di guardarsi in faccia
30/01/2013 di Alberto Saravalle.

Uno degli innumerevoli guai del “Porcellum” riguarda l’azzeramento di ogni contatto diretto tra i candidati e i loro elettori. Non c’è più una constituency che li vota, e alla quale i candidati devono rispondere. Questo è un male, perché il voto è prima di tutto una dichiarazione di fiducia verso il singolo candidato che viene ritenuto onesto e dunque meritevole di fiducia, competente e capace di realizzare i programmi del partito, e dunque affidabile.

Per questo, ieri in serata, sono stato particolarmente felice di partecipare, con alcuni altri amici candidati di FARE al Parlamento e alle regionali, a un evento organizzato per farci conoscere e rispondere alle domande che ci venivano poste.
Vorrei avere molte più occasioni di incontrare le persone in piccoli gruppi e, se sarò eletto, vorrei incontrarle di nuovo, periodicamente, per spiegare cosa stiamo facendo, e per ascoltare le critiche e i suggerimenti. Insomma, per mantenere saldo e vivo il rapporto di fiducia che è stato stabilito al momento del voto. Questo, secondo me, è l’unico vero contratto con gli italiani.

Prossimi appuntamenti

Sabato 22 novembre Carlo Stagnaro ed io presenteremo Capitalismo di guerra a Serralunga d'Alba in dialogo con Paola e Oscar Farinetti. La presentazione si svolgerà nel Teatro della Fondazione Mirafiore e avrà inizio alle ore 18:30.

Video

Il video del mio intervento a Quante Storie su su Rai 3.

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