Le tasse, il Monti criptico e il Monti politico
28/01/2013 di Alberto Saravalle.

Il Presidente Monti oggi ha dichiarato, in termini un po’ criptici, che una nuova manovra potrebbe essere sì possibile, ma che tutto ciò dipende dell’esito delle elezioni.
D’altro lato, Monti ha precisato che «se nel 2013 il PIL va peggio di quanto previsto questo è negativo, ma non porta di per sé la necessità di una manovra perché l’obiettivo del pareggio di bilancio è in termini strutturali, non ciclici”.

Come è noto, nel fiscal compact è stato introdotto il vincolo di deficit massimo “strutturale” pari allo 0,5%. Questo significa che ogni anno le uscite dello Stato possono essere superiori alle entrate al massimo dello 0,5% del PIL, comprese le spese per gli interessi sul debito pubblico.

Che cosa si intende con “strutturale”? Che però non vanno considerati gli effetti ciclici e le misure una tantum. In altri termini, si deve tenere conto del contesto economico: quando il paese è in recessione le entrate del sistema fiscale si  riducono e le uscite aumentano per effetto della crisi.
Quindi, se anche l’Italia avesse in termini assoluti un deficit superiore allo 0,5% del PIL, potrebbe tuttavia avere un deficit “strutturale” inferiore allo 0,5%, come è stabilito dal Trattato. Fin qui tutto giusto. Ma c’è un problema: sappiamo che l’economia continua ad andare male, e quindi a breve termine non abbiamo prospettive  di invertire il ciclo senza riforme strutturali e tagli alla spesa pubblica. Potremmo dunque rispettare la lettera del Trattato, pur avendo un problema sostanziale enorme. Se ci accontentiamo di questo…

Qual è dunque lo scenario che comporterebbe una manovra aggiuntiva, e al quale Monti sta alludendo? La risposta pare ovvia. L’avvento di un governo diverso da quello attuale, che non tenga chiusi i cordoni della borsa o che spaventi i mercati causando un aumento significativo dello spread.
Uno scenario da dopo di me il diluvio o, in altre parole: i barbari sono alle porte.
Però, contemporaneamente stiamo ogni giorno ascoltando dal Monti “politico” promesse di tagli alle diverse imposte introdotte da lui medesimo
…e le riforme strutturali, che sole servirebbero a invertire il ciclo? La risposta implicita è “io le avrei fatte, ma me l’hanno impedito”.  Non è una risposta molto diversa da quello che  più o meno dicono tutti i “barbari”, e che abbiamo spesso sentito dire nelle scorse elezioni.

Se si vuole cambiare sul serio occorre dare voce a chi non fa solo promesse di tagli futuri, ma spiega anche quali riforme strutturali farà e come le farà. Avendo, naturalmente, la credibilità necessaria per realizzarle.

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