Ricorre oggi il Giorno della Memoria. Una ricorrenza la cui solennità è stata però quest’anno infangata da alcuni vili gesti di antisemitismo: prima, l’invio di alcune teste di maiale con un biglietto minaccioso, poi scritte contro il Presidente della Comunità di Roma, Pacifici. Episodi giustamente bollati come “miserabili provocazioni” dal Presidente Napolitano. ma che devono farci riflettere sull’attualità e pervicacia dell’antisemitismo. I mostri sono ancora tra noi ed è pertanto giusto, in questa occasione, non solo ricordare il passato, ma parlare del presente e soprattutto pensare al futuro.
E’ legittimo anche domandarsi quale sia il significato profondo di questa commemorazione. In questa occasione, come tutti sanno, in ogni città ci sono molti eventi, incontri, celebrazioni ufficiali e i principali mezzi di informazione ne parlano abbondantemente. Dopodiché, spesso tutto passa in sordina fino all’anno successivo. Elena Loewenthal – nota scrittrice, traduttrice e docente di cultura ebraica – ha scritto un provocatorio pamphlet (Contro il Giorno della Memoria), mettendo in dubbio l’opportunità di queste commemorazioni che, a suo dire, rischiano di divenire una cerimonia stanca, un contenitore vuoto, un momento di finta riflessione che parte da premesse sbagliate per approdare a uno sterile rituale dove le vittime vengono esibite con un intento che sembra di commiserazione, di incongruo risarcimento. Il suo timore è che il ricordo di uno tra i più drammatici eventi nella storia dell’umanità divenga retorica, quasi per alleggerire un senso di colpa che continua a gravare.
La risposta, però, a mio modo di vedere, non è abolire questa ricorrenza, ma renderla perpetua: ogni giorno cioè deve essere per noi il Giorno della Memoria. E’ importantissimo parlare nelle scuole, far vedere documentari, filmati, ascoltare le testimonianze dei pochi sopravvissuti e bisognerebbe che ciò avvenisse durante tutto l’anno. Questa è l’unica arma che abbiamo, per preservare la memoria e soprattutto per proteggere il nostro futuro e quello dei nostri figli.
Infine, tra i tantissimi eventi di oggi vorrei ricordarne uno particolarmente commovente a Roma: dodici violini e un violoncello appartenuti a musicisti ebrei deportati e assassinati nei campi di sterminio nazisti, recuperati e restaurati da un liutaio israeliano, saranno suonati da artisti famosi questa sera, all’Auditorium del Parco della Musica. Si ascolterà musica di Barber, Bloch, Sarasate, Vivaldi e Beethoven.