Venerdì 2 agosto alle ore 19.00, nell’ambito del Festival e dell’Accademia Dino Ciani, terrò al Hotel Cristallo a Cortina d’Ampezzo una conferenza dal titolo “Proust al cinema“. Di seguito è la mia breve presentazione del tema della conferenza.
Alla ricerca del tempo perduto, una delle pietre miliari della letteratura moderna (di cui ricorre quest’anno il centenario della pubblicazione del primo volume: La strada di Swann), è nota per lo stile estremamente minuzioso. Emozioni, paesaggi, quadri, brani musicali sono scandagliati in profondità per pagine intere. Ogni particolare viene esaminato fino all’esasperazione. Lunghissime sezioni del libro sono dedicate alla descrizione delle serate eleganti a casa dei Guermantes o del “piccolo clan” di Madame Verdurin in cui poco o nulla, a prima vista, accade. La storia sembra passare in secondo piano rispetto alla rappresentazione del mondo che attornia il narratore. La stessa lunghezza del romanzo – sette volumi – pare rendere impossibile la sua trasposizione in un film che, per definizione, ha ritmi completamente diversi. Eppure, forse proprio perché sembrava un’opera impossibile, ha tentato alcuni dei più grandi cineasti del secolo.
Luchino Visconti fu il primo a cimentarsi con Proust, ma dovette arrendersi. Fu poi la volta di Joseph Losey che cercò di avvalersi della sceneggiatura di Harold Pinter (pubblicata in Italia da Einaudi), ma anche lui alla fine diede forfait. La prima trasposizione cinematografica si deve a Volker Schlondorff che nel 1984 adattò per il grande schermo Un amore di Swann, la seconda parte del primo volume, con Jeremy Irons, Ornella Muti e Alain Delon. Il film ebbe però un modesto successo. Seguì Il tempo ritrovato di Raoul Ruiz nel 1999 che fu presentato a Cannes e poteva vantare un cast veramente stellare: Catherine Deneuve, Emanuelle Beart, John Malkovich, Chiara Mastroianni, ecc.. Il terzo tentativo, dovuto a Chantal Akerman, è La captive, un coraggioso adattamento del quinto volume (La prigioniera). Infine, nel 2011 l’impossibile è stato realizzato: l’intera Recherche è stata filmata per la televisione francese in due parti, di circa due ore l’una, ad opera della regista Nina Companeez.
Oltre ai film sulla Recherche, ci sono poi vari altri film di argomento proustiano: da Celeste di Percy Adlon, che descrive gli ultimi dieci anni di vita del grande autore attraverso gli occhi della sua cameriera Celeste Albaret (che trova posto anche nel romanzo), a Quartetto Basileus e Le intermittenze del cuore di Fabio Carpi che sono fortemente influenzati dall’opera del grande narratore.
Insomma, la passione per la Recherche ha ispirato molti grandi autori di cinema che hanno cercato, non solo di raccontare una storia e rappresentare un mondo, con i suoi conflitti, ma anche di spiegare e trasporre in immagini alcuni dei motivi ispiratori dell’opera. Cercheremo insieme di vedere, anche attraverso spezzoni dei film citati, se e come ci siano riusciti.