Ieri pomeriggio, a Torino, ho registrato una lunga intervista televisiva per SKY. È in onda alle 10.30 di lunedì prossimo, il 28 gennaio, su Reteconomy (canale 816), per il programma Speciale Italia. Verrà replicata nel corso della giornata e sarà visibile anche online.
È stata un’esperienza interessante, sia per i temi affrontati, sia per la possibilità di esaminarli con un discreto grado di approfondimento.
Lo scenario politico, prima di tutto: la salita in politica di Monti, il ritorno di Berlusconi e, naturalmente, il ruolo di Fare per Fermare il Declino e l’appeal che la nostra proposta può esercitare. È una proposta inedita. Si rivolge non solo ai molti indecisi che non riescono a rispecchiarsi nelle posizioni degli altri schieramenti, ma anche ai tantissimi cittadini italiani che, al di là degli schieramenti, sanno quanto è fondamentale far ripartire la crescita in Italia. E chiedono per questo interventi concreti, realizzabili ed efficaci.
Abbiamo parlato di bisogni reali. Il lavoro, prima di tutto: un problema drammatico che riguarda sia i giovani e le donne che non riescono ad accedere al mercato del lavoro, sia i tantissimi che si trovano intrappolati in impieghi precari, sia i cinquantenni che restano disoccupati.
La giustizia: oggi migliaia di cause paralizzano i tribunali. La condizione delle nostre carceri è vergognosa. Ho detto quel che penso della carcerazione preventiva e della prescrizione che consente a chi si macchia di reati seri di farla franca approfittando delle lentezze della nostra giustizia.
Etica e trasparenza nel mondo della finanza: lo scandalo MPS pone interrogativi inquietanti sui rapporti tra politica e finanza e sull’efficacia dei controlli.
Privatizzazioni: un tema su cui in apparenza sono quasi tutti d’accordo. Sono necessarie per ridurre l’ingente debito pubblico che, come una spada di Damocle, grava sulla nostra testa. In pratica non vengono realizzate perché gli amministratori degli enti locali, che detengono l’80% del patrimonio pubblico, preferiscono controllare società e immobili: questo consente loro di mantenere potere a livello locale distribuendo posti nei consigli di amministrazione, case agli amici, appalti.
Spero che mi seguirete lunedì per conoscere meglio le mie idee e le nostre soluzioni.
Intanto, a Roma, nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, il Primo Presidente della Corte di Cassazione Ernesto Lupo lanciava l’ennesimo appello a riformare tempestivamente la macchina inceppata della giustizia.
È interessante notare l’affinità tra le soluzioni indicate dal Presidente Lupo e le proposte programmatiche di Fare. L’abbiamo segnalato con un comunicato stampa, sottolineando la quasi generale indifferenza e il cinismo con cui la politica accoglie questi appelli accorati. È legittimo ora chiedere ai politici di tutti gli schieramenti, che da decenni siedono in Parlamento, perché non hanno dato ascolto prima a questi appelli. Perché non hanno fatto le riforme che tutti, per un giorno, definiscono indispensabili, salvo scordarsene il giorno dopo.