L’armonizzazione del diritto societario e dei mercati finanziari procede senza interruzione da alcuni decenni. Numerose sono ormai le direttive in materia societaria cui si aggiungono alcuni regolamenti (per esempio, in tema di informazioni finanziarie e insolvenza). Anche il progetto di Unione del mercato dei capitali contempla diversi pacchetti legislativi. Ma è sufficiente tutto ciò a realizzare una effettiva integrazione dei mercati?
Nonostante gli sforzi profusi, persistono ancora notevoli differenze tra le diverse legislazioni in materia di diritto commerciale che si riflettono in termini di competitività dei sistemi-Paese. A ciò si aggiunga che l’azione del legislatore europeo è assai frammentaria: le direttive o i regolamenti, infatti, non disciplinano compiutamente un settore, ma si limitano a regolare alcuni aspetti della materia ritenuti preminenti. Il che inevitabilmente dà luogo a incongruenze e lacune. Infine, la molteplicità delle fonti e delle agenzie europee con potestà regolatorie rende la normativa non facilmente accessibile e poco fruibile per gli operatori meno sofisticati.
Così da qualche anno ha iniziato a farsi strada in Europa l’idea di promuovere un processo di codificazione del diritto degli affari con l’obiettivo dichiarato di eliminare le asimmetrie tra i vari mercati (level the playing field, come si suol dire), riducendo significativamente i transaction cost delle operazioni transfrontaliere e quelli del contenzioso. Un vantaggio significativo soprattutto per le piccole e medie imprese su cui maggiormente incidono tali costi.
L’idea non è nuova: per fare solo l’esempio più celebre, negli Stati Uniti, già dagli anni ’40 del secolo scorso, le Uniform Law Commissions e l’American Law Institute hanno redatto l’Uniform Commercial Code che poi è stato recepito in 49 Stati.
Il punto di partenza è stato una sorta di inventario dell’acquis europeo in materia di diritto degli affari redatto nel 2016 dall’Association Henri Capitant che ha messo in luce l’incompletezza e frammentarietà della regolamentazione europea (più focalizzata sulle operazioni finanziarie che su quelle commerciali e societarie che interessano la maggior parte delle imprese). Da qui sono poi partiti i lavori, condotti da un gruppo di eminenti giuristi europei sotto l’egida della stessa Association Capitant e della Fondation pour le droit continental, che hanno portato alla redazione di quattro progetti nelle materie più vicine alle esigenze delle piccole e medie imprese: una società europea semplificata, il diritto fallimentare, il diritto bancario e dei mercati finanziari e il diritto della concorrenza.
Il progetto ha subito trovato una favorevole accoglienza in Francia (ove ha ottenuto un implicito riconoscimento dal Presidente Macron nel celebre discorso alla Sorbona del 2017 e nel 2019 è stato presentato al Parlamento un rapporto commissionato dal Primo Ministro Philippe) e in Germania. I due paesi hanno, tra l’altro, manifestato l’intenzione di unificare i rispettivi diritti degli affari nel quadro del Trattato bilaterale di Acquisgrana del 2019. È significativo però che le stesse istituzioni europee abbiano dato un positivo riscontro a questo progetto facendone menzione nel Libro bianco del 2017 sui diversi scenari per il futuro dell’Europa: se ne parla, infatti, nello scenario che prevede una Europa a più velocità, ipotizzando una cooperazione rafforzata in questo settore.
Il tema è divenuto ora di estrema attualità. È di pochi giorni fa la notizia dell’incarico affidato dalla Commissione e dal Consiglio a Enrico Letta di redigere un rapporto di alto livello sul futuro del mercato interno dell’Ue. Già nelle prime dichiarazioni, seguite al conferimento dell’incarico, Letta ha sottolineato l’importanza che il completamente del mercato interno riveste soprattutto per le piccole e medie imprese, riprendendo alcuni concetti esposti dalla Presidente von der Leyen nel discorso sullo Stato dell’Unione del 13 settembre u.s. Quale migliore opportunità perché il progetto di codice trovi finalmente un posto nell’agenda europea del quinquennio che si apre con le elezioni del Parlamento europeo del 6-9 giugno 2024?
Di tutto ciò si parlerà a Roma venerdì in un convegno organizzato in collaborazione con l’Ufficio in Italia del Parlamento europeo. Giuristi europei, rappresentanti delle istituzioni e politici italiani si confronteranno su un tema che per il nostro Paese è di importanza vitale, dato che il nostro tessuto economico è costituito in larghissima parte dalle piccole e medie imprese che più di tutte beneficerebbero di una uniformazione del diritto commerciale. L’occasione è propizia perché l’Italia si metta nel drappello di testa, con Francia e Germania, per portare a compimento questo ambizioso progetto che potrebbe contribuire in misura significativa all’effettiva integrazione del mercato interno, rendendo al tempo stesso più solida e coesa l’eurozona.